“Scriviamo per esprimere le nostre serie preoccupazioni su come le disposizioni di censura del DSA influenzano la libertà di parola negli Stati Uniti”. Così scrive Jim Jordan, presidente della Commissione Giustizia alla Camera americana, nella lettera indirizzata alla vicepresidente della Commissione Ue, Henna Virkkunen. 

La missiva ha l’obiettivo di sottolineare le ingiuste restrizioni che, secondo la controparte americana, il Digital Services Act (DSA) imporrebbe alle Big Tech. La libertà di espressione garantita dalla Costituzione americana sarebbe in questo caso violata e, quindi, nella lettera si chiede come la legge sui servizi digitali sarà applicata nei prossimi mesi e le conseguenze per le società tech USA. 

La lettera contro la moderazione dei contenuti

Il DSA è un Regolamento proposto nel dicembre 2020 ed è entrato in vigore nel 2022 che ha l’obiettivo di garantire un ambiente online sicuro e responsabile per gli utenti europei. Attraverso la normativa sugli intermediari e le piattaforme online come marketplace, social network, app store e piattaforme di condivisione protegge i diritti fondamentali dei cittadini. 

Questi principi tuttavia sembrano entrare in collisione con le metodologie delle aziende americane. Proprio per questo motivo, l’Ue aveva avviato delle procedure giuridiche contro le Big Tech USA che contravvengono al DSA. Le aziende in questione sarebbero Meta e X. Le multe previste per il non rispetto del DSA sono salate, fino al 6% del fatturato globale o addirittura il blocco temporaneo della piattaforma. Un forte elemento di conflitto viste le regolamentazioni, USA e Ue, così lontane tra loro.

La lettera si concentra in parte anche su questo aspetto: Jordan chiede che la Commissione di Giustizia americana sia informata entro il 13 febbraio sulla legge riguardante i social media e i loro limiti nell’Ue e lo stato dei procedimenti in corso contro le aziende tech americane. 

La pressione aumenta anche visto l’intervento di Elon Musk, patron di X, che ha fortemente criticato le misure europee andando contro il principio di moderazione dei contenuti. Una decisione adottata poi anche da Mark Zuckerberg per Meta e appoggiata dal presidente americano Donald Trump. Questa “forma di tassazione”, secondo le parole di Trump, rappresentano un blocco per l’economia, la legge e le aziende americane. 

Nella lettera il vicepresidente Jordan, inoltre, accusa il DSA di “limitare la libertà di parola degli americani protetta dalla Costituzione negli Stati Uniti”, nonostante il regolamento si applichi solo allo spazio Ue.

Virkkunen replica: “in Europa, la libertà di parola è uno dei nostri valori fondamentali ed è anche rispettata e protetta [nel] nostro Digital Services Act. Quindi è molto fuorviante dire anche questo”.

Articolo di T.S.

L’articolo USA, pressione su Ue per moderazione contenuti: “DSA censura” proviene da Notiziario USPI.

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