Eccezionali passi in avanti da parte dell’Italia nel campo delle infrastrutture e servizi digitali pubblici. Secondo il Digital Decade Country Report del 2025 dedicato all’Italia, il Bel Paese ha esteso la mappatura della fibra raggiungendo una copertura del 70,7%, allineandosi alla media europea e conquistando una posizione leader nel settore. Altro traguardo è la leadership in ambito quantistico e di semiconduttori, nella quale l’Italia continua a primeggiare da anni. 

Peggiori i dati invece che riguardano l’Intelligenza Artificiale (IA), dal momento che solo l’8,2% delle imprese ha adottato l’IA, nonostante ormai il 70% delle PMI abbia già raggiunto il livello base di equipaggiamento digitale. 

Lo State of the Digital Decade Report è una analisi annuale pubblicata dalle Commissione Ue che delimita gli obiettivi a cui gli Stati Membri devono ambire e i traguardi che hanno raggiunto nell’anno concluso. 

Il rapporto fa il punto della situazione sulla trasformazione digitale in Europa, monitorando i risultati di ogni Paese e fornendo raccomandazioni per progetti futuri. I settori toccati dalla relazione va a toccare: lo stato delle infrastrutture per la connettività, l’adozione dell’IA, dei Big Data e dei Cloud da parte di aziende pubbliche e private e, il livello base di competenze digitali, disponibilità di esperti di informatica e tecnologia e l’uso e il bisogno di energia. 

La strategia italiana: cosa è migliorato nel nostro ecosistema digitale

Se l’Italia ha accelerato sulla connettività, rimane però indietro sulla questione aggiornamento digitale. Infatti, nonostante i dati molto positivi riguardanti la fibra e le infrastrutture, la posizione sull’adozione e le competenze nell’uso dell’IA scarseggiano. L’aderenza italiana nel campo dell’IA nella prospettiva di traguardo 2030 rimane sul 60% quando il limite minimo posto dall’Ue è del 75%. 

Ne consegue una mancanza di personale specializzato in materia, che infatti fatica ad avvicinarsi alla quota minima Ue e rimane a distanza, con un’occupazione totale del 4% nel 2024. L’uso delle nuove tecnologie non sembra inoltre così diffuso tra la popolazione, o, perlomeno, non si ha una conoscenza approfondita tanto da potersi muovere con dimestichezza nell’universo dell’IA. Il 45,8% della popolazione dichiara di avere competenze di base, una percentuale che indica un forte bisogno di investimenti nella formazione e potenziamento delle competenze digitali nelle scuole e nei posti di lavoro. Le differenze si fanno sentire anche a seconda di altri parametri. Per esempio, i dati mostrano una persistenza di gender gap nelle skill digitali. Interferisce anche il livello di educazione, le aree in cui si vive e l’età.

Nonostante le forti lacune dei cittadini italiani, il 73% della popolazione pensa che la digitalizzazione sia un fattore trainante e importante, che sta semplificando la vita. La digitalizzazione non è dunque considerata un nemico, anzi, sembra essere ben voluta sia nei servizi pubblici che privati. Gli italiani sono cauti anche in tema di fake news. Nonostante l’entusiasmo verso la trasformazione digitale, si rimane consapevoli della trappola della disinformazione, sempre più diffusa e difficile da individuare non solo nei media tradizionali, ma anche e soprattutto online. Il 90% degli italiani ritiene che le autorità dovrebbero muoversi più efficacemente contro le fake news.

Progetti e fondi per il futuro

L’Italia è considerata comunque un Paese europeo vivace e con una partecipazione online relativamente alta, nonostante il trend negativo in alcuni ambiti. I fondi italiani dedicano un buon 26% per la resilienza e il recupero in materia digitale, circa 46,8 miliardi di euro. Di questi, 4,9 miliardi sono dedicati esclusivamente al miglioramento della trasformazione digitale, un impegno che l’Ue stima sufficiente a raggiungere i target della Digital Decade. 

Articolo di T.S.

L’articolo Ue, Digital Decade Report: bene servizi digitali, IA cresce poco proviene da Notiziario USPI.

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