La sua uscita non era un evento atteso o pubblicizzato, eppure dal 20 gennaio DeepSeek, start-up cinese di Intelligenza Artificiale (IA), ha guadagnato velocemente consensi che stanno trascinando in basso colossi quali Nvidia e ChatGPT.
La sconosciuta DeepSeek è stata creata nel 2023 da Liang Wenfeng e sta mettendo in crisi l’establishment dell’IA. Che il panorama futuro possa cambiare drasticamente con l’entrata in scena di questo nuovo concorrente in gioco?
Il modello linguistico che sfida la competitività di ChatGPT si chiama DeepSeek-R1 e ha fatto crollare investitori e mercati. Infatti, Nvidia, Microsoft, Amazon, Google e Tesla hanno registrato dei picchi negativi in borsa, facendo tremare il sistema del mercato tech.
Ma cosa ha scatenato questo terremoto economico e tecnologico? Il chatbot cinese non è in fondo diverso da quello di OpenAI: l’interfaccia iniziale, i compiti che riesce a svolgere, quali generazione di testi, traduzioni, creazione di immagini e comprensione del linguaggio naturale.
Prima distinzione è l’assenza di investitori nell’azienda, che si concentra quindi su una ricerca a lungo termine, senza alcuna pressione di risultati. Inoltre, questo esperimento tecnologico è open source, il che vuol dire che questo sistema equivalente all’ultima versione di ChatGPT (a pagamento) è disponibile e gratuito per qualsiasi utente. La decisione di rendere open source DeepSeek-R1 ha contribuito alla collaborazione con diverse comunità scientifiche, accelerando non solo lo sviluppo ma anche le prestazioni finali del prodotto.
Ma soprattutto, i costi. La start-up cinese è riuscita a tagliare le spese e la quantità di hardware – componente fisica dell’IA – necessaria alla sua messa a punto.
Per dare un’idea, OpeanAI per addestrare ChatGPT 4 avrebbe speso oltre 100 milioni di dollari. DeepSeek pare averne spesi circa 6, di milioni. Ma non solo. Un altro punto a favore per il progetto cinese sarebbe la quantità di chip Nvidia utilizzati, circa 2.000, per far funzionare il sistema, che si scontrano con i numeri di OpenAI (16.000 chip Nvidia).
Questi elementi confluiscono quindi in un’efficienza energetica migliore, riducendo anche l’impatto ambientale, una versatilità più agile del modello, adoperabile in diversi settori, una più facile integrazione con tecnologie anche più piccole e leggere, attenzione alla privacy e possibilità di personalizzazione.
La sfida è stata lanciata e DeepSeek dimostra che si possono creare nuovi e performanti modelli di IA anche senza milioni di investimenti. Ora è il mercato che dovrà fare passi avanti per uguagliare o superare il nuovo primato cinese.
Articolo di T.S.
L’articolo DeepSeek supera le big dell’IA: mondo tech capovolto proviene da Notiziario USPI.
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